Logopedia

La Logopedia è una branca della medicina che si occupa della prevenzione, della cura e riabilitazione di patologie e disturbi appartenenti all’età evolutiva ed adulta nell’ambito della comunicazione, del linguaggio, dell’apprendimento, della voce, della deglutizione.

Nello specifico, tra i disturbi dell’età evolutiva trattati con particolare dedizione nel nostro centro, riconosciamo:

  • Ritardi e disturbi specifici di linguaggio (DSL)
  • Potenziamento prescolare
  • Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)
  • Potenziamento delle abilità di base come memoria, attenzione, funzioni esecutive
  • Deglutizione atipica
  • Riabilitazione tubarica
  • Disfonia infantile ed adulta
  • Balbuzie
Come si interviene nel caso di uno di questi disturbi:

normalmente si effettua un incontro per la raccolta anamnestica sugli eventi principali della crescita del bambino, sull’eventuale familiarità ed eventuali informazioni che il genitore voglia trasmettere. Successivamente si dedicano degli incontri alla valutazione con osservazione e, ove possibile, test standardizzati necessari per creare un progetto d’intervento che verrà condiviso con i genitori. Nella maggior parte dei casi si danno indicazioni fondamentali per la comunicazione e le attività da poter svolgere a casa e possibilmente a scuola con le insegnanti. Vengono richiesti ulteriori approfondimenti medico- diagnostici che possano supportare il bilancio logopedico. Il fine ultimo è l’approccio olistico alla difficoltà del bambino. La logopedista dott.ssa Chiara Marianecci è a disposizione dei genitori per consulti anche al solo scopo informativo, di supporto e di confronto.

Per approfondire…

Molti bambini (6-8% della popolazione mondiale) presenta anomalie nello sviluppo del linguaggio con un ritardo delle tappe di crescita del canale comunicativo verbale. Questa difficoltà può riguardare esclusivamente il canale espressivo, quindi il linguaggio in produzione, o inficiare anche l’aspetto recettivo, ossia la comprensione verbale. Tale disturbo viene definito “specifico” perché si manifesta in assenza di deficit cognitivi, sensoriali (come perdite uditive), motori, affettivi e di carenze socio-ambientali. Il compito del logopedista è quello di stimolare in modo funzionale e supportare il bambino verso il raggiungimento di un canale comunicativo efficace. Quando intervenire e quali indici predittivi il genitore può cogliere: Al di là dell’evidente importanza del linguaggio come base indispensabile per l’apprendimento della letto-scrittura, un canale comunicativo non funzionale può inficiare negativamente sulla crescita del bambino su molti fronti, come ad esempio il lato emotivo e sociale. Di conseguenza, davanti a delle difficoltà evidenti, a partire dal terzo anno di età, quando il linguaggio cioè diventa ben consolidato, intervenire tempestivamente diventa fortemente consigliato. In realtà anche prima dei trentasei mesi, se dovessero presentarsi degli indici predittivi chiari, si può effettuare un potenziamento con counseling genitoriale e attività col bambino. Detto ciò, ogni situazione poi richiede una valutazione specifica, con primo intervento del pediatra e del medico che possano dare suggerimenti più specifici sul percorso da intraprendere. I fattori predittivi che possono essere colti anticipatamente dal genitore sono i seguenti: repertorio ristretto di gesti articolatori; lallazione scarsa, povera o assente; inventario fonetico limitato; familiarità per problemi di linguaggio; bassa intelligibilità dell’eloquio; sesso maschile; presenza di otiti ricorrenti nei primi anni di vita. Inoltre, per le fasce d’età successive ai tre anni, i familiari, il pediatra e gli insegnanti avranno modo di riscontrare eventuali alterazioni di comprensione del linguaggio o della produzione per il versante fonologico, lessicale, morfosintattico con compromissione delle abilità narrative: abilità queste indispensabili per l’apprendimento della letto-scrittura. Diventa quindi fondamentale intervenire tempestivamente senza posticipare fino all’età prevista per l’ingresso alla scuola elementare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S) classifica la balbuzie come disturbo specifico dello sviluppo, un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo. Secondo ricerche condotte dal centro CILD di Milano circa l’1.2% della popolazione italiana ne è affetta, e di questi circa l’80-85% hanno esordito le prime disfluenze in età molto precoce tra i 3 e i 7-8 anni. Quando intervenire: prima della fase prescolare è possibile che la balbuzie si sia già manifestata. Le modalità d’intervento in questo caso sono di counseling genitoriale e di valutazione del linguaggio, verificando che non ci siano alterazioni nell’acquisizione delle normali tappe di sviluppo. Superata la fase prescolare si effettuano valutazioni e trattamenti specifici di compenso, con gesti di regolazione, potenziamento delle funzioni esecutive e di tutte le abilità che sottostanno al sintomo della disfluenza.

Per deglutizione atipica si fa riferimento al persistere di uno schema deglutitorio prettamente infantile, in cui la lingua continua a spingere contro le arcate dentarie per compiere l’atto deglutitorio, anche oltre i 5-6 anni, età dopo la quale questo comportamento dovrebbe essere risolto e sostituito con una spinta verso il palato. La deglutizione atipica o infantile si presenta generalmente associata a respirazione orale con postura di riposo linguale contro o tra i denti. Le conseguenze a cui può condurre sono molteplici: può alterare il normale accrescimento delle strutture facciali, craniche e buccali, risultando causa o concausa di malocclusione, per tale ragione in molti casi intervenire con apparecchi ortodontici, senza minimamente valutare l’influsso linguale può risultare decisamente poco proficuo, si può perfino giungere a recidive, in quanto una volta tolto l’apparecchio il morso potrebbe, in alcuni casi, tornare al suo aspetto d’origine o modificarsi. Una deglutizione disfunzionale può incidere sull’articolazione errata di alcuni suoni, come la “s” o la “r”. Un particolare accento va posto anche sulla postura corporea: molti dei fastidi al tratto cervicale, estremamente comuni possono essere aggravati o addirittura causati dall’atteggiamento linguale disfunzionale.

Un trattamento logopedico finalizzato alla prevenzione o riabilitazione della normale funzionalità delle tube di Eustachio, “tubicini” che collegano l’orecchio, in particolare la cassa timpanica, con il rinofaringe. Le tube hanno la funzione di “drenaggio”, mantenendo il sistema uditivo senza accumuli di muco e catarro. Nei bambini l’insufficienza tubarica è molto più frequente, proprio per le caratteristiche anatomiche ancora in crescita. Ciò può causare: otiti ricorrenti, ipoacusie trasmissive con possibile associazione a ritardo di linguaggio, palato ogivale e cattiva respirazione. Di conseguenza risulta utile e in alcuni casi indispensabile intervenire con una prima visita otorinolaringoiatrica di diagnosi, in associazione con ulteriori esami che il medico riterrà opportuno fare per individuare le effettive cause e caratteristiche del quadro.

I dati epidemiologici attuali riportano che circa il 3-6% della popolazione scolastica, circa un alunno per classe, presenta significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di lettura, scrittura e calcolo. Il disturbo non è direttamente attribuibile ad alterazioni neurologiche o ad anomalie di meccanismi fisiologici, deficit sensoriali , a ritardo mentale o a fattori ambientali.Quando intervenire: La diagnosi di disturbo dell’apprendimento della letto-scrittura può essere fatta al secondo anno di scuola elementare, quando si ritengono cioè acquisite le competenze basiche e formali necessarie per questi apprendimenti; mentre per le abilità logico-matematiche si attende la terza elementare. In un’altissima percentuale di casi, un disturbo della letto-scrittura si associa ad uno riguardante le abilità logico-matematiche.